Ci ha ripensato.
È tornato sui suoi passi.
Con una nota ufficiale Renato Brunetta ha appena annunciato che revocherà con effetto immediato l’aumento di stipendio da 60.000 euro come Presidente del Cnel, e così tutti i dirigenti.
La dimostrazione che protestare serve.
Raccontare serve.
Denunciare serve.
Fare informazione serve.
E sì, anche incaz*** serve.
Una piccola, ma importante, vittoria.
Perché in un Paese civile non è tollerabile che uno che si oppone a un salario minimo di sopravvivenza a 9 euro si auto-assegni uno stipendio da 310.000 euro annui, come il Primo Presidente di Cassazione.
Questa retromarcia è veramente il minimo sindacale.
La verità è che ci hanno provato, e gli è andata male.
Resta uno stipendio scandaloso.
E resta lo scandalo di averci provato.
Come resta, intatta, incancellabile, la vergogna di chi vive completamente fuori dalla realtà, dal Paese reale.
Questa non si cancella.
Lorenzo Tosa

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