domenica 9 novembre 2025
sabato 8 novembre 2025
Così parlò il mio Grande Maestro Ettore Petrolini.
Giocava gran parte del suo repertorio con degli slittamenti e delle improvvisazioni estemporanee.
Coinvolgeva, nella stessa misura,
il pubblico plebeo e gli intellettuali più raffinati.
Facendo miracoli in quanto era un uomo senza lettere.
-Io non lavoro per bisogno.
Di bisogno, grazie a Dio, ne ho già abbastanza.
-Che tragedia da ridere questo nostro soffrire.
Si nasce per vivere, e si vive per morire!
-L''uomo è un pacco postale
che la levatrice spedisce al becchino.
-Mia madre aveva il senso dell'ironia sviluppato
fino alla genialità: figuratevi, io mi chiamo Gastone.
Ebbene, lei mi chiamava semplicemente Tone ....
per risparmiare il gas.
Coinvolgeva, nella stessa misura,
il pubblico plebeo e gli intellettuali più raffinati.
Facendo miracoli in quanto era un uomo senza lettere.
-Io non lavoro per bisogno.
Di bisogno, grazie a Dio, ne ho già abbastanza.
-Che tragedia da ridere questo nostro soffrire.
Si nasce per vivere, e si vive per morire!
-L''uomo è un pacco postale
che la levatrice spedisce al becchino.
-Mia madre aveva il senso dell'ironia sviluppato
fino alla genialità: figuratevi, io mi chiamo Gastone.
Ebbene, lei mi chiamava semplicemente Tone ....
per risparmiare il gas.
"Battute passate alla storia.
Fu lui che suggerì a Macario di lasciare
il riccioletto sulla fronte.
Saprai che fu lui a inventare il cabaret:
è stato il primo a interrompere una rappresentazione mentre faceva
ingresso in sala uno spettatore in ritardo.
Non solo, ma apriva un dialogo con lui che poteva durare anche qualche minuto.
In pratica abbatté la quarta parete
Naturalmente poi riprendeva dove
aveva interrotto.
Così è nato il cabaret in Italia.
Macario stesso lo venerava e quando aveva voglia mi raccontava molti aneddoti su di lui.
Spero un giorno, mio caro Lino, di parlartene. Mi ha fatto piacere rivivere certi ricordi."
CHI È IL MIO GRANDE MAESTRO?
L'INIMITABILE ETTORE PETROLINI!
Per questo ti dico:
Grazie per avermi insegnato a irridere la Falciatrice Solitaria.
Grazie per avermi insegnato che il linguaggio dell'anima è alogico.
Non dimenticherò mai le tue ultime battute:
-A chi cercava di consolarti nel tuo letto di morte
e ti diceva "sta bene d'aspetto", tu rispondevi
"d'aspetto sta bene, sono io che sto male".
-Son contento di morire, ma mi dispiace.
-Muoio per una donna, l'Angina.
Ma non l'amo.
-il medico rassicurante ti disse: "Non è niente",
e tu: "Meno male. Almeno so che muoro guarito."
E, infine,
quando vedendo entrare
il sacerdote con l'olio santo,
farfugliasti la tua ultimissima battuta:
"Adesso sì che sono fritto".
COME VORREMMO LE ASL?
SENZA INFAMIA E SENZA CODE.
(Antonio Di Stefano e Lino Giusti)
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